Avete voglia di leggere un bel libro?
Consigliato per tutti i lettori dai 12 in su “The curious incident of the dog in the night-time” di Mark Haddon, disponibile anche in Italiano con il titolo “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”.
Dopo la sua pubblicazione nel 2003 è stato per lungo tempo in testa alle classifiche di libri più venduti. In questi giorni potete anche andare a vedere al Guilgud Theatre di Londra la rappresentazione teatrale del testo, prodotta dal National Theatre di Londra, e vincitrice di ben 7 Oliver Awards. E’ inoltre in uscita un adattamento cinematografico, scritto e diretto da Steven Kloves e prodotto dalla Warner Bros in collaborazione con la Heyday Films e la Plan B Entertainment.
Di cosa parla il libro senza fare lo spoiler
Il protagonista
La voce narrante è del protagonista, il quindicenne Christopher Boone. Christopher detesta essere toccato, ha difficoltà a comprendere gli esseri umani, le metafore e le espressioni facciali, detesta il marrone e il giallo, adora il rosso, la scienza, la matematica, i computer e l’astronomia e si vedrebbe bene come astronauta. Christopher ha straordinarie capacità logiche e matematiche e nel libro sono riportati con la sua voce narrante la teoria dell’espansione dell’universo e alcuni famosi quesiti matematici.
Un racconto
Christopher incoraggiato dalla sua insegnante a sperimentarsi nella stesura di un testo ci racconta con logica impeccabile la sua realtà, trascinandoci di fatto nel suo mondo. E nel suo mondo avviene un delitto: il cane della vicina è stato ucciso! Per amore di logica e di conoscenza Christopher andrà a fondo di una indagine che lo porterà a scoprire verità molto più profonde di quelle che cercava all’inizio del racconto e lo farà con coraggio, logica e determinazione, tirando fuori risorse inaspettate a noi e a se stesso e fatti che affronterà in modi per noi difficili da capire anche se ci ha accompagnati per la mano dentro al suo mondo.
Cosa è importante
Christopher persegue la verità a tutti i costi e per lui c’è un sistema di valori rigido: mentire è sbagliato e di chi mente non ci si può fidare, non ci sono attenuanti, né motivazioni, né contesto che tengano. Siamo tutti così determinati sui nostri valori? Ha senso esserlo?
La propria storia
Christopher alla scoperta della storia del cane ucciso a mezzanotte, scoprirà inoltre la sua storia: quella di una madre incapace di accettarlo e di vivere con lui; quella di un padre che lo ama e che è stato capace di forgiare la propria vita sulle sue esigenze, ma che quando si dipana il bandolo della matassa scopriamo non essere perfetto! Per proteggere Christopher e la propria emotività è capace di ..
Il coraggio
Christopher di fronte ad una storia che non risponde alla logica, decide di andare a fondo affrontando le paure di un viaggio fuori e dentro se stesso e tira fuori il coraggio di fare le sue scelte e di imporre la sua voglia di essere amato..
La certificazione in matematica, un grande obiettivo
Il grande progetto di Christopher in questo momento della vita è quello di mettersi alla prova con la certificazione in matematica del più alto livello, ed è disposto a combattere per reclamare questo diritto e raggiungere il suo sogno.
Il giudizio di una lettrice (io)
Ho trovato il libro veramente splendido, mi sono goduta tutte le esposizioni di divulgazione scientifica, l’intensità della storia e della vicenda personale del protagonista, i mille pensieri sulla società, sui valori, sulla giustizia e sulla scuola che il libro mi ha suggerito. Non faccio fatica a immaginare il successo che ha avuto fra gli adolescenti, quando sono andata a vedere lo spettacolo a Londra il teatro era pieno di ragazzi delle scuole superiori che come me avevano letto il libro ed erano poi andati a vedere la rappresentazione teatrale.
Riflessioni di un’insegnante (sempre io)
Christopher, che descriveremmo come un giovane con la sindrome di Asperger, frequenta una scuola speciale come avviene nel sistema inglese. Il protagonista a tratti ci racconta dei suoi compagni di classe, dei disagi sociali che ciascuno degli studenti della scuola (lui compreso) ha, dal farsela addosso, al reagire in modo forte a vari eventi per noi ordinari. Nel racconto però questi eventi vengono vissuti come accettati, come normali, come semplicemente caratteristici di ciascuno di noi nelle sue stranezze e nelle sue diversità. Christopher segue un programma di studi disegnato sulle sue caratteristiche, i livelli a cui affronta la matematica e le scienze sono molto alti, molto più alti di qualsiasi ragazzo della sua età, perché le sue capacità, il suo interesse e la sua concentrazione su questa materie glielo rendono possibile. Al contrario trascura altre materie, ma attenzione, non del tutto! Christopher segue un programma tutto suo che lo porti a potenziare le sue capacità ma anche a colmare alcuni deficit, non a caso in questo contesto fa una attività con l’insegnante nel quale imparano ad associare alle espressioni facciali e gli stati d’animo delle persone i disegni stilizzati, gli emoticon che usiamo nei messaggi elettronici, al fine di avvicinarsi alla comprensione dell’emotività con un approccio logico che gli è già proprio. Non a caso Christopher scrive il testo che leggiamo, perché viene incoraggiato a partire da ciò di cui è capace, ovvero descrivere in modo preciso e rigoroso la realtà, per imbarcarsi in una impresa che lo porti a mettere anche un po’ in crisi quello che sa come sufficiente e quindi ad iniziare ad imparare qualcosa di nuovo.
Nell’ordinamento Italiano Christopher, nella logica dell’inclusione, avrebbe frequentato la stessa scuola di tutti i suoi coetanei, l’unica scuola che esiste e nella quale trovano posto tutti con le loro esigenze educative più diverse. Perché nell’ordinamento inglese i ragazzi come Christopher frequentano scuole diverse? Una delle logiche di questa scelta è quella di poter garantire a ciascuno un percorso davvero tagliato sulle proprie esigenze, sconvolgendo anche completamente l’ordinamento: gli obiettivi e i tempi dell’apprendimento di Christopher sono quelli pensati per lui e non hanno bisogno rispondere in nessun modo all’ordinamento scolastico per gli studenti che frequentano le scuole comuni. I limiti di questo approccio sono evidenti, dividiamo i ragazzi normali da quelli speciali, diamo agli uni il diritto ad una istruzione che li introduca nella società e nel mondo del lavoro e agli altri cosa? Tuttavia ha il pregio di realizzare un programma veramente personalizzato in cui le potenzialità di ciascuno trovano veramente spazio e vengono veramente valorizzate e dove i deficit vengono veramente affrontati. E questo mi porta a pensare alle nostre scuole: nella logica dell’inclusione tutte gli studenti frequentano la stessa istituzione con gli stessi obiettivi educativi generali ed è previsto per tutti gli studenti che abbiano bisogni educativi speciali (BES) prevedere degli obiettivi personalizzati e delle strade personalizzate per raggiungere gli obiettivi. Quante volte però in questo bel disegno gli obiettivi e i tempi sono davvero così disegnati sulle esigenze speciali degli alunni? Quanti dei nostri studenti Asperger riescono ad arrivare frequentando la scuola italiana ad una formazione di così alta qualità sulle materie tecnico-scientifiche che gli sono così congeniali tale da poter magari poi aspirare ad un lavoro in cui applicare queste conoscenze? Quanti dei nostri studenti con BES che frequentano le scuole uguali per tutti riescono poi in pratica nella società ad avere accesso ad un percorso di studi e ad una professione di alto livello che rispecchi le loro potenziali capacità specifiche e che non richieda capacitò in cui sono deficitari? Se abbiamo iniziato su una via giusta e molto condivisibile certo è che la strada è ancora lunga per realizzare una pieno diritto delle persone all’educazione e all’espressione delle proprie capacità e in questo forse abbiamo anche qualcosa da imparare da altri paesi, che hanno scelto di perseguire strada diverse e magari meno condivisibili ma che stanno facendo esperienze di valore.